sabato 10 novembre 2012

venerdì 9 novembre 2012

Roma, ore 11

Le vie del cinema: Roma, ore 11: Registi : Giuseppe De Santis Interpreti : Maria Grazia Francia, Delia Scala, Massimo Girotti, Raf Vallone Paese : Italia Anno : 1952...

Nostalgia



Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me.
Non dico che fosse la mia ombra
- mi stava accanto anche nel buio -
Non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi

- quando si dorme si perdono mani e piedi -
Io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno.
[Nazim Hikmet]

I'm alive

save the world

Soul



dopo il blu
dopo il nero
arrivò il rosso di un nuovo giorno

giovedì 8 novembre 2012

The Bottle

Quella notte il Blu era diventato nero
non sentivo il mare
né il vento.
Pananh si sedette con me
piantò il suo coltello nel legno
vibrava
zac
ziiing
un sorriso
compagno di viaggio
si calò nel mio buio
non sopportava tutto quel blu
non c'erano corde né fili di zucchero per salire dal fondo
certe volte bisogna perdersi
altre volte cadere
sprofondare
sanguinare
per vivere
ancora
di più
yes
!

Always Returning



sapevo che sarei ritornato diverso
ma amavo quel momento sospeso
galleggiavo come la mia nave
in quel punto blu.
tutta la strada, l'acqua, il vento che avevo percorso
si racchiudevano lì
solo in quel punto
ma non era un arrivo
perché non c'é mai un punto d'arrivo
solo un viaggio
e le sue splendide soste

Blake

Le Sucre Pimenté



I need sugar
said Rage
but I need some color
in this great Blue

Born On The Bayou



What a Caterpillar
calls the end of the world
the Master calls a Butterfly.

Quella che il Bruco
chiama la fine del mondo
il Maestro chiama Farfalla.

Leggerezza
into the Blu

THE BLUE



La barca ondeggiava leggera
quasi immobile
sospesa nel blu
un cerchio d'increspature d'acqua
una carezza di vento.
Bellezza sedeva a prua,
guardava lontano.
Forse dovremmo fermarci qui...
disse
Aspettare un po'...
sentire il blu
sentirci persi
fa bene
acqua
tutto intorno
e silenzio.
E poi?
dissi
Ripartiremo...
nuovi.

Expectations



don't loose time picking up small pieces
the sky is up there,
go fly
try to reach your expectations

mercoledì 7 novembre 2012

Samoa. Steven the sea cook.






Steven the sea cook


Steven è il cuoco di bordo, il “sea cook”, del catamarano Te Matau a Máui, una splendida riproduzione, con materiali moderni, dell’imbarcazione tradizionale polinesiana, la Waka, una lunga canoa a doppio scafo e due alberi di 22 metri di lunghezza e 13 tonnellate di peso che ricorda tanto quella con la quale Rasputin raccolse Corto Maltese dopo il naufragio.
Te matau a Máui, “l’amo di Maui”, naviga soltanto con mezzi tradizionali, come strumenti moderni ha soltanto un Gps per la sicurezza dell’equipaggio e un grosso pannello solare per alimentare un piccolo motore elettrico che serve per manovrare nei porti. Per il resto del viaggio, ci sono soltanto il sestante e le stelle, le vele, il timone e il Pacifico.
Steven è un uomo grosso e pesante, ha sicuramente più l’aspetto del cuoco immerso nella cucina fumosa di un ristorante cittadino che dell’agile marinaio maori calato in questi gusci leggeri.
E’ vestito soltanto con il tipico gonnellino polinesiano nero, il lava-lava, ha il torso massiccio, la pancia e il cranio rasato sono lucidi di minuscole gocce di pioggia, ma i suoi occhi dicono che è un uomo speciale. Per parlare non servono domande, forse, ha solo voglia di raccontare. Segue col dito un percorso ideale su una cartina umida e macchiata dell’Oceano Pacifico. Parte dalla Nuova Zelanda e poi spiega che Maui, dalla sua barca, ha pescato con l’amo l’isola su cui sorge Auckland e questo è il significato del nome della barca neozelandese, quella su cui lui sta vivendo l’avventura, il sogno.
Steven, il cuoco, è messo male coi denti, ci sono larghi spazi e finestre, ma non ha problemi a sorridere e riesce a masticare benissimo dei pezzetti di carne di cervo che si è portato dalla Nuova Zelanda e a suonare il flauto d’osso che s’è intagliato da solo. Racconta, con uno sguardo solare e l’entusiasmo di un ragazzino che non vuole più smettere di giocare:
-       Il Creatore di tutto è Io Matua Kore – indica un cielo grigio di pioggia sottile – il significato del suo nome è “Il nulla”, ma nel nulla c’è la potenzialità d’ogni cosa. – Silenzio. E lo spazio di tempo necessario a fissarsi negli occhi. Un sorriso che vuol dire “Capisco”, poi il sea cook continua - Per questo motivo, Hine Kahu Ataata, la prima donna, la “Donna delle sabbie”, ha generato tutta l’umanità ed è così che in ogni donna c’è la divinità della potenzialità. Perché la donna, dal suo grembo può generare ogni cosa: l’uomo più grande, un Signore della guerra, o la nullità più assoluta…
-    Che lavoro fai Steven?
-       Sono uno studente.
Quando le “canoe” salpano leggere dal porto di Apia dirette verso Tonga si sente solo il soffio del fiato di un marinaio maori all’interno di una grossa conchiglia e quello del vento che apre le vele di stuoia color ruggine. Quando quelle vele doppie di dissolvono nel grigio della lontananza e della pioggia, sembra di rivedere un acquarello di Pratt.
Una lama di sole s’inventa perfino un arcobaleno, forse è quasi troppo.
C’è sempre tanto da imparare da un cuoco maori che a cinquant’anni si definisce uno studente e  che regala un amo intagliato in un osso di balena e poi rimane in silenzio e si mette a suonare il flauto pensando al niente di Io Matua Kore.

(Tratto dalla Postfazione all’ “Isola del Tesoro” di Hugo Pratt Rizzoli-Lizard Editore © Marco Steiner)




Amelia She's Not There 3



All'alba il segnale era sparito
e anche l'isola,
ma sapevo che dovevamo continuare a cercare.

Blake

Amelia Earhart and Howland Island 2



8:43 AM

157 337

Amelia Earhart 1



Il segnale radio era debole,
proveniva da una piccola isola a Ovest.
proprio in mezzo a quel disco rosso.
C'era una strana foschia, ma non sembravano nuvole, né fumo.
Non avrei mai raggiunto l'isola prima della notte
feci calare le vele
aspettai.
Tanto avevo da leggere

martedì 6 novembre 2012

The Wind



Puntai la prua a Sud
perché ero stanco e avevo bisogno di sole che fa germogliare e di mare che profumava di mare
il vento mi era amico e le onde avevano scelto la stessa rotta.
Un granello di pepe in tasca mi aveva guidato.
Una bussola, una pietra preziosa,
più preziosa di un diamante,
venivano dalla terra ma il pepe si portava dietro il profumo
non brillava soltanto della luce del sole.
Tornavo vivo
tornavo al mio posto, dove ero sempre stato.
Trascendance
come una danza sulle onde e nel vento
per ripulirmi dal superfluo
per cercare Escondida,
un isola che forse non c'era, ma che andava assolutamente cercata.

Blake

Cooperstown NY



Cooperstown si trova a nord, nello stato di New York.
E' stata fondata nel 1785 dal giudice Cooper, il padre di James Fenimore Cooper.
Oggi qui c'è il National Baseball Hall of Fame uno dei templi americani dedicati al baseball.
Questa un tempo era la terra degli Uroni e degli Irochesi.
La storia dell'Ultimo dei Mohicani è ambientata da queste parti e questo racconto di grande avventura è considerato uno dei capolavori di Fenimore Cooper, uno degli autori americani più famosi del diciannovesimo secolo, ammirato da Balzac e da Victor Hugo.
Oggi qui a Cooperstown tutti conoscono tutto del baseball, ma pochissimi sanno chi era Fenimore Cooper.
Domani sapremo chi vincerà le elezioni fra Obama e Romney, se vincerà Romney forse il museo del baseball diventerà ancora più grande e il pioniere Natty se ne andrà ancora più lontano con le sue Calze di cuoio e il suo Lungo fucile.

Lontano, molto lontano