domenica 24 febbraio 2013

Opus




“L’aurora 
irrompe, seguendo 
la 
montagna e 
intanto 
il 
Fiume
 Giallo 
fluisce 
verso 
il 
mare. Ma 
tu 
potrai 
vedere 
un 
ampio 
panorama salendo 
ancor 
più 
in 
alto 
sulla 
torre.”

(“Salendo 
sulla 
torre 
delle 
cicogne” 
Wang
 Chih‐Huan.
  

688‐742
d.C.

 Poesia 
Cinese
 dell’epoca 
Tang. 
BUR
1998)


Pechino.
 Entrata
 meridionale
 del
 Tempio
 del Cielo.
 
Domenica 
pomeriggio.

Yu
 Zuncheng
 è 
un pensionato,
 appena
 può,
 viene
 qui
 a
 passare
 il suo
 tempo,
 anche
 quando
 è
 grigio
 e
 freddo, come
 oggi.

Yu
 scrive 
poesie, 

le 
scrive 
per 
terra,
 all’interno 
del 
piazzale 
che 
precede 
l’immenso 
giardino 
del 
tempio. 

Si 
porta 
un 
lungo 
pennello 
che all’estremità 
ha 
una 
specie 
di spugna 
appuntita, imbeve
 la
 punta 
nel 
suo 
secchio 
d’acqua
 e 
scrive, sul
 lastricato
 grigio.
  
Yu
 scrive
 con
 molta
 attenzione, 
i 
segni 
sono 
precisi, 
i 
movimenti 
eleganti. 
La 
poesia 
che 
parla 
della 
salita 
sulla 
Torre 
delle 
Cicogne
 l’ha
 trascritta
 sul
 selciato,
 è
 una
 famosa poesia
dell’epoca 
Tang, 
ricorda 
un 
po’ 
“L’infinito” di 
Leopardi
 e 
il 
concetto 
dello 
sforzo 
necessario per
 guardare
 Oltre, 
al 
di 
là
 del 
visibile.
 
Lentamente, 
i 
tratti 
scuri 
e 
umidi,
 svaniscono 
sulla pietra
 e
 tutto
 ritorna
 grigio
 com’era.
 
La
 gente s’avvicina, 
parla 
con 
lui 
oppure 
legge 
in 
silenzio 
la poesia. 

Il
 tempo 
scorre 
e 
asciuga 
i 
segni 
che 
ricordano
 i
 caratteri 
dipinti 
da 
Vita 
Lunga 
per 
Corto Maltese.

Poi 
si 
scopre 
che
Yu 
non 
è 
proprio un 
pensionato normale, 
conosce 
il 
mondo, 
parla
 perfettamente l’inglese. 
Molti 
anni 
fa, 
era 
l’interprete 
personale del
 presidente
 Deng 
Xiaoping.

(Tratto da "I luoghi dell'Avventura" Rizzoli-Lizard. Marco Steiner) 




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