“L’aurora
irrompe, seguendo
la
montagna e
intanto
il
Fiume
Giallo
fluisce
verso
il
mare. Ma
tu
potrai
vedere
un
ampio
panorama salendo
ancor
più
in
alto
sulla
torre.”
(“Salendo sulla torre delle cicogne” Wang Chih‐Huan.
688‐742 d.C. Poesia Cinese dell’epoca Tang. BUR 1998)
Pechino. Entrata meridionale del Tempio del Cielo.
Domenica pomeriggio.
Yu Zuncheng è un pensionato, appena può, viene qui a passare il suo tempo, anche quando è grigio e freddo, come oggi.
Yu scrive poesie,
le scrive per terra, all’interno del piazzale che precede l’immenso giardino del tempio.
Si porta un lungo pennello che all’estremità ha una specie di spugna appuntita, imbeve la punta nel suo secchio d’acqua e scrive, sul lastricato grigio.
Yu scrive con molta attenzione, i segni sono precisi, i movimenti eleganti.
La poesia che parla della salita sulla Torre delle Cicogne l’ha trascritta sul selciato, è una famosa poesia dell’epoca Tang, ricorda un po’ “L’infinito” di Leopardi e il concetto dello sforzo necessario per guardare Oltre, al di là del visibile.
Lentamente, i tratti scuri e umidi, svaniscono sulla pietra e tutto ritorna grigio com’era.
La gente s’avvicina, parla con lui oppure legge in silenzio la poesia.
Il tempo scorre e asciuga i segni che ricordano i caratteri dipinti da Vita Lunga per Corto Maltese.
Poi si scopre che Yu non è proprio un pensionato normale, conosce il mondo, parla perfettamente l’inglese. Molti anni fa, era l’interprete personale del presidente Deng Xiaoping.
(Tratto da "I luoghi dell'Avventura" Rizzoli-Lizard. Marco Steiner)
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