martedì 30 ottobre 2012

L'isola che non c'era.



La Tempesta era finita,
ma l'isola era distrutta.
Alberi dai tronchi spezzati
foglie che continuavano a volteggiare nell'aria
e onde, onde che spazzavano la costa e poi la lasciavano ricoperta di fango.
Bellezza sorrideva.
Perché sorridi? Domandò Paura, tremava, le mani strette sul petto.
Silenzio.
Perché?
Aspetta. disse Bellezza.
Dopo qualche ora il sole uscì dalle nuvole e l'aria profumava di alghe e di mare.
Centinaia di granchi erano usciti dal fango e camminavano in cerca di molluschi
i loro gusci brillavano come scudi d'argento.
L'acqua scivolava dalle foglie, le scioglieva e faceva penetrare il succo nelle radici degli alberi.
Gli uccelli gridavano felici per il banchetto di pesce e granchi sulla costa.
Nuovi minuscoli germogli iniziarono a uscire dalle fratture fra i rami.
Vedi?
Si, disse Paura.
Immagina che quest'isola tempo fa non c'era. E' l'isola Ferdinandea, solo alcuni marinai l'hanno vista.
Tanto tempo fa.
Fra la Sicilia e l'Africa.
Adesso è rinata dalle acque, solo per noi.
La tempesta doveva passare il suo aratro, dissodare, potare, seminare...
gli uomini non potevano
perché non la vedevano.
Così ci ha pensato il Vento, e la Tempesta.
Sconvolgere, per ripulire, seminare il nuovo.
Per far pensare
gente come te
Paura non comprese, ma guardava l'isola
era bella.

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